Glossario

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Fondi strutturali europei

Scritto da: Filippo Damiani

 

Definizione

I Fondi Strutturali e di investimento europei (chiamati anche fondi SIE) sono stati istituiti dall’Unione Europea con lo scopo principale di generare una crescita intelligente, sostenibile e inclusiva all’interno di tutti gli Stati Membri.

I fondi SIE sono cinque: tre rientrano nella politica di coesione europea, uno nella politica agricola comune e uno nella politica comune della pesca. I cinque fondi SIE sono così denominati:

  • Il fondo europeo di sviluppo regionale (FESR) – politica di coesione europea;
  • Il fondo sociale europeo (FSE) – politica di coesione europea;
  • Il fondo di coesione (FC) – politica di coesione europea;
  • Il fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) – politica agricola comune;
  • Il fondo europeo per gli affari marittimi e la pesca (FEAMP) – politica comune della pesca.

Tramite i fondi SIE, l’Unione Europea si impegna a perseguire e raggiungere gli obiettivi prefissati nei diversi periodi di programmazione, gli ultimi dei quali hanno una durata di 7 anni (Unione Europea, 2016).

Ogni fondo SIE ha caratteristiche peculiari, le quali possono essere così riassunte:

  • Il FESR promuove uno sviluppo equilibrato nelle diverse regioni dell’UE;
  • L’FSE sostiene progetti in materia di occupazione in tutta Europa e investe nel capitale umano del continente: nei lavoratori, nei giovani e in tutti coloro che cercano un lavoro;
  • L’FC finanzia i progetti nel settore dei trasporti e dell’ambiente nei Paesi in cui il reddito nazionale lordo (RNL) pro-capite è inferiore al 90% della media dell’UE;
  • Il FEASR si concentra sulla risoluzione di sfide specifiche cui devono far fronte le zone rurali dell’UE;
  • Il FEAMP aiuta i pescatori a utilizzare metodi di pesca sostenibili e le comunità costiere a diversificare le loro economie, migliorando la qualità della vita nelle regioni costiere europee.

Tutti e cinque i fondi SIE sono gestiti dagli Stati Membri stessi, attraverso specifici accordi di partenariato. Ogni Paese si assume la responsabilità di redigere un accordo, in collaborazione con la Commissione Europea, nel quale vengono illustrate le modalità in cui tali fondi verranno utilizzati e gli obiettivi che si intende raggiungere tramite essi (Fondi strutturali e di investimento europei, 2020).

Di seguito vengono fornite informazioni riguardo i fondi SIE nel periodo di programmazione 2014-2020, ovvero il cosiddetto Orizzonte 2020 (Horizon 2020 in lingua inglese), la cui fase di implementazione è ormai giunta al termine. Di questo periodo si dispongono infatti numerosi dati che possono aiutare a comprendere la portata delle azioni intraprese dall’UE e dai singoli Stati Membri attraverso i cinque fondi.

 

Fondi Strutturali Europei 2014-2020

Il 17 dicembre del 2013 tramite il Regolamento (UE) n° 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio, recante disposizioni comuni e generali sui cinque fondi SIE, viene abrogato il regolamento (CE) n° 1083/2006 relativo al periodo di programmazione 2007-2013. Il programma Orizzonte 2020 ha quindi ufficialmente inizio.

Il regolamento è un documento di 150 pagine, nel quale si parla chiaramente di come i fondi SIE rispondano alla strategia dell’Unione per una crescita intelligente, sostenibile ed inclusiva. Questo obiettivo è in linea con la cosiddetta “Nuova strategia europea per l’occupazione e la crescita”, firmata il 17 giugno 2010 in risposta alla crisi economica mondiale del 2008-2009.

Nel periodo 2014-2020, un documento (che prende il nome di “Strategia di specializzazione intelligente”) elaborato a livello nazionale o regionale deve definire un numero limitato di priorità in cui lo Stato o la regione in questione intende investire. Tali priorità devono essere comprovate da evidenze riscontrate nel territorio di riferimento e possono essere soggette a verifica da parte delle autorità competenti dell’UE. L’idea principale è quella di consentire alle diverse regioni europee da un lato di creare un vantaggio competitivo sviluppando i punti di forza in materia di ricerca e innovazione in maniera da rispondere alle esigenze imprenditoriali, e dall’altro di evitare la duplicazione e la frammentazione degli sforzi. È richiesta, inoltre, la realizzazione di uno specifico programma operativo dove si indichi come si intendono impiegare i fondi SIE. Le disposizioni generali applicabili al FESR, al FSE e al Fondo di Coesione sono contenute nella Parte III del regolamento (UE) n. 1303/2013 del Parlamento Europeo e del Consiglio del 17 dicembre 2013.

È importante ricordare che ogni regione europea può beneficiare dei fondi SIE, anche se con intensità diverse. In particolare, per quanto riguarda il FEASR, vengono distinte tre categorie di regioni:

  • Regioni meno sviluppate: quelle in cui il PIL pro-capite è inferiore al 75% del PIL pro-capite medio dell’UE;
  • Regioni in transizione: quelle in cui il PIL pro-capite è compreso tra il 75% e il 90% del PIL pro-capite medio dell’UE;
  • Regioni più sviluppate: quelle in cui il PIL pro-capite è superiore al 90% del PIL pro-capite medio dell’UE.

Le regioni meno sviluppate sono complessivamente 74 in tutta Europa. L’Italia è rappresentata in questa categoria da Campania, Puglia, Basilicata, Calabria e Sicilia. In questo gruppo si annoverano anche 5 regioni francesi e una regione spagnola (Extremadura). Le regioni in transizione sono in totale 50; le regioni italiane Abruzzo, Molise e Sardegna si trovano in questa categoria. Completano il quadro le oltre 100 regioni più sviluppate.

Un’altra misura importante riguarda il Fondo Sociale Europeo: viene infatti garantito che almeno il 23,1% di tutte le risorse debba essere dedicato a questo fondo.

Sono inoltre consentiti i programmi di cooperazione transfrontalieri. Alcuni esempi sono i programmi delle regioni del Mare del Nord, del Mar Baltico, dello Spazio Alpino (EUSALP), dell’Area del Danubio o dell’Area Mediterranea (Unione Europea, 2016).

Spostando ora l’attenzione sui dati, sul sito ufficiale dell’Unione Europea si possono trovare molte informazioni riguardo lo stato di implementazione dei finanziamenti a livello europeo per il periodo 2014-2020.

 

I dati sul finanziamento a livello europeo

È possibile osservare come la quantità totale di denaro finanziata per il settennio è di 642 miliardi di euro (di cui 460 miliardi finanziati direttamente dall’UE e 182 miliardi finanziati dagli Stati Membri). Il 43,3% del totale è stato dedicato al FESR (279 miliardi). Il fondo per i giovani, che non fa parte dei cinque fondi SIE, rientra ugualmente nel conteggio finanziario e vede un ammontare di 10 miliardi spesi (1,6% del totale).

L’utilizzo dei fondi SIE può anche essere suddiviso per ognuno degli 11 obiettivi tematici indicati nel programma Orizzonte 2020, qui di seguito elencati:

  1. Rafforzare la ricerca, lo sviluppo tecnologico e l’innovazione;
  2. Migliorare l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione (TIC), nonché il loro utilizzo e qualità;
  3. Migliorare la competitività delle PMI;
  4. Sostenere una transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio;
  5. Promuovere l’adattamento ai cambiamenti climatici e la prevenzione e la gestione dei rischi;
  6. Preservare e tutelare l’ambiente e promuovere l’efficienza delle risorse;
  7. Promuovere il trasporto sostenibile e migliorare le infrastrutture di rete;
  8. Promuovere l’occupazione sostenibile e di qualità e sostenere la mobilità dei lavoratori;
  9. Promuovere l’inclusione sociale e lottare contro la povertà e qualsiasi discriminazione;
  10. Investire in istruzione, formazione e apprendimento permanente;
  11. Migliorare l’efficienza della pubblica amministrazione.

I primi quattro obiettivi fanno riferimento allo sviluppo intelligente, gli obiettivi dal 5 all’8 riguardano la crescita sostenibile e gli ultimi tre sono per la crescita inclusiva.

Gli obiettivi che hanno ricevuto più finanziamenti sono, nell’ordine, il terzo, il quinto e il settimo. Per quanto riguarda invece i Paesi, i tre Stati Membri più finanziati sono, in sequenza, la Polonia, l’Italia e la Spagna. Questo è facilmente spiegabile vista l’estensione dei territori in questione, molto popolosi, e con diverse regioni considerate meno sviluppate (Fondi strutturali e di investimento europei, dati, 2020).

A conclusione di questa esposizione è interessante menzionare l’articolo di Laura Polverari, la quale si interroga sull’efficacia dei fondi SIE. L’autrice evidenzia come sia in effetti complessa la valutazione della consistenza di una politica molto articolata sia nella struttura che nella realizzazione. Se è vero che per il periodo 2014-2020 sono aumentate molto le restrizioni imposte per poter accedere ai fondi strutturali, è altresì vero che politiche così coraggiose necessitano tempo per poter acquisire efficacia ed esprimere tutta la loro potenzialità (Polverari, 2016).

 

I Fondi Strutturali Europei in Italia

Nell’ottobre del 2014 la Commissione Europea pubblica un documento contenente la sintesi dell’accordo di partenariato per l’Italia per il periodo 2014-2020. L’accordo riguarda quattro fondi SIE: il FESR, l’FSE, il FEASR e il FEAMP. Infatti, l’Italia non è tra i Paesi aventi diritto al Fondo di Coesione, il quale, come annunciato in precedenza, è spettante solamente agli Stati Membri con un reddito nazionale lordo pro-capite inferiore al 90% del reddito pro-capite medio dell’UE.

I principali risultati attesi dall’impiego dei fondi SIE in Italia sono in linea con gli obiettivi di Europa 2020. Ecco un breve riassunto dei traguardi da raggiungere:

  • Aumentare la spesa per la ricerca e l’innovazione fino al 1,53% del PIL;
  • Raggiungere il 100% di copertura per internet a 30mbps e il 50% di copertura per internet a 100mbps;
  • Ridurre il consumo di energia primaria del 20% sul totale;
  • Aumentare il tasso di occupazione e ridurre il tasso di povertà ed esclusione sociale.

È possibile quindi affermare che gli sforzi dell’Italia si concentrano prevalentemente nei primi quattro obiettivi tematici, riconducibili alla crescita intelligente (Commissione Europea, 2014).

Nel corso del 2016, la Commissione ha riesaminato le assegnazioni finanziarie totali degli Stati Membri nel quadro dell’Obiettivo Investimenti in favore della crescita e dell’occupazione della politica di coesione. I risultati sono stati presentati in una Comunicazione al Consiglio e al Parlamento europeo il 30 giugno 2016. Rispetto all’originaria ripartizione, le risorse per l’Italia sono state incrementate di 1,6 miliardi di euro (Camera dei Deputati, 2019).

 

I dati sul finanziamento a livello italiano

Giunti ormai alla fine del periodo di programmazione, l’Italia ha pianificato complessivamente la spesa di 44,6 miliardi di euro dall’Unione Europea, di cui circa la metà dal Fondo Europeo di Sviluppo Regionale (FESR). Per le politiche giovanili l’Italia ha pianificato una quota più alta della media europea, arrivando al 4,1% del totale, ovvero circa 1,8 miliardi. I progetti maggiormente finanziati hanno come obiettivo l’aumento della competitività delle PMI (8,3 miliardi di euro). A marzo del 2020, l’Italia ha ricevuto e speso il 36% del budget totale, ovvero 15,9 miliardi. La media europea è al 43% (Fondi strutturali e di investimento europei, dati, 2020).

In merito all’effettivo contributo che nel corso dei decenni i fondi SIE hanno dato all’Italia, in letteratura si riscontrano studi interessanti. Alcuni ricercatori evidenziano come effettivamente i fondi SIE siano strutturati secondo una logica di redistribuzione, aiutando maggiormente chi si trova in posizione di svantaggio, come le regioni del Sud Italia (Cerqua, A; Pellegrini, G, 2017); altri studiosi riflettono sul fatto che la qualità del governo di una determinata regione non è particolarmente decisiva sull’impatto generale dei fondi, ma ne può migliorare l’efficacia nel raggiungimento degli obiettivi (Coppola et al., 2018).

 

Periodo di programmazione 2021-2027

A conclusione di questo breve elaborato, vediamo quali sono le novità introdotte dall’Unione Europea per il periodo di programmazione 2021-2027, che prende il nome di Orizzonte Europa (Horizon Europe in inglese). L’UE ha già dichiarato che verranno spesi 373 miliardi di euro solamente per la politica di coesione, e quindi per i fondi FESR, FSE e FC, erano 351,8 miliardi nel periodo precedente, con un aumento quindi del 6% circa.

Un altro importante cambiamento riguarda l’estensione della categoria delle regioni in transizione. Infatti, dal 2021, saranno considerate in transizione tutte le regioni in cui il PIL pro-capite è compreso tra il 75% e il 100% del PIL pro-capite medio dell’UE. L’estensione dal 90% al 100% come limite comporterà un aumento di popolazione europea rappresentata in questa fascia, ovvero dal 15% al 25%.

Infine, i criteri per la distribuzione delle risorse nel periodo 2014-2020 erano solamente gli indicatori di prosperità, del mercato del lavoro, dell’educazione e altri indicatori demografici. Per il periodo 2021-2027 verranno introdotti anche criteri che interessano fenomeni climatici e migratori (Unione Europea, 2019).

 

Riferimenti bibliografici

  • Camera dei Deputati (2019), I fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020, Roma, Camera dei Deputati.
  • Cerqua A. e G. Pellegrini (2017), Intensità ed efficacia dei Fondi Strutturali Europei, Giornale di Scienze Regionali.
  • Commissione Europea (2014), Sintesi dell’accordo di partenariato per l’Italia, 2014-2020, Bruxelles, Commissione Europea.
  • Coppola G., S. Destefanis, G. Marinuzzi e W. Tortorella (2018), “European Union and nationally based cohesion policies in the Italian regions”, Regional Studies, 54(1), 83-94.
  • Polverari L. (2016), “The new ambitions for 2014-2020 European Structural and Investment Funds evaluation: pouring water in a leaking container?”, European Structural and Investment Funds Journal, 4(2), 59-67.
  • Unione Europea (2016), Fondi strutturali e di investimento europei 2014-2020: testi e commenti ufficiali, Ufficio delle pubblicazioni dell’Unione Europea.
  • Unione Europea (2019), Allocation of Cohesion policy funding to Member States for 2021-2027, European Court of Auditors.

 

Suggerimenti di lettura

  • Battisti M., A. D’Onofrio, C. Jona-Lasinio e S. Manzocchi (2019), Politiche di coesione e crescita economica: l’Italia nel panorama europeo. Laboratorio LUISS sul Mezzogiorno.
  • Fondi strutturali e di investimento europei (2020) Informazioni generali. Link
  • Fondi strutturali e di investimento europei (2020) Dati. Link
  • Vinci F. (2013), L’efficacia dei fondi strutturali europei. Processi e protagonisti al vaglio della sociologia dell’azione pubblica, Milano, Editore Franco Angeli. 
Filippo Damiani
Laureato in “Languages for the communication in international enterprises and organisations” nel 2018 presso l’Università di Modena e Reggio Emilia, sta attualmente svolgendo un programma di doppio dottorato presso l’Università di Modena e Reggio Emilia (Dipartimento di Economia e Fondazione Marco Biagi) in “Lavoro, Sviluppo e Innovazione” e presso la Universidad Pablo de Olavide di Siviglia in “Scienze sociali”. Le sue aree di interesse sono le politiche europee di sviluppo regionale, con particolare attenzione all’innovazione e alle disuguaglianze di genere.

Progetto realizzato da

Fondazione Ermanno Gorrieri per gli studi sociali

Con il contributo di

Fondazione Cassa di Risparmio di Modena