Livelli di vita

L’espressione livelli di vita fa riferimento alle condizioni materiali e immateriali dell’esistenza quotidiana di famiglie e individui. Gli aspetti materiali sono costituiti, prima di tutto, dall’ammontare della ricchezza posseduta e dei redditi percepiti. Ma in essi rientrano anche altri elementi, quali: la consistenza e il tipo dei consumi, le condizioni abitative, lo stato di salute e simili. Dal canto loro, le condizioni immateriali della vita quotidiana hanno a che fare con i modelli culturali, la rete delle relazioni amicali e professionali, le partecipazioni associative e così via. Per tenere conto della numerosità e della varietà di consistenza degli elementi che condizionano il livello di vita delle persone, le relative disuguaglianze non vengono, ormai, più definite attraverso la semplice contrapposizione tra ricchi e poveri, ma attraverso il riferimento a espressioni come «benessere e deprivazione», «sicurezza e vulnerabilità», «integrazione ed esclusione».

Per questo ambito sono stati individuati i seguenti temi specifici: 

• comportamenti di consumo di beni primari;

• comportamenti di consumo di beni durevoli; 

• condizioni abitative; 

• deprivazione, vulnerabilità, esclusione sociale.

L’espressione livelli di vita fa, usualmente, riferimento alle condizioni materiali e immateriali dell’esistenza quotidiana di famiglie e individui. Gli aspetti materiali sono costituiti, prima di tutto, dall’ammontare della ricchezza posseduta e dei redditi percepiti. Ma in essi rientrano anche altri elementi, quali: la consistenza e il tipo dei consumi, le condizioni abitative, lo stato di salute e simili. Dal canto loro, le condizioni immateriali della vita quotidiana hanno a che fare con i modelli culturali, la rete delle relazioni amicali e professionali, le partecipazioni associative e così via.
La necessità di tenere conto di una pluralità di aspetti e di disuguaglianze, diciamo così, elementari nella misurazione del livello di vita delle persone deriva dal fatto che, a parità di disponibilità monetarie, ad esempio, le differenze nelle condizioni abitative, negli stili di consumo, nei rapporti interpersonali e nello stato di salute possono originare modi di esistenza quotidiana fortemente disomogenei.
Proprio per tenere conto della numerosità e della variata consistenza degli elementi che condizionano il livello di vita delle persone, le disuguaglianze nelle quali esso si esprime non vengono, ormai, più definite attraverso la semplice contrapposizione tra ricchi e poveri, ma attraverso il riferimento a espressioni come benessere e deprivazione, sicurezza e vulnerabilità, integrazione ed esclusione.
A ben vedere, benessere e deprivazione costituiscono i termini più appropriati per richiamare le disuguaglianze nei livelli di vita.  In situazione di pieno benessere si trovano coloro che dispongono di redditi relativamente elevati, che dispiegano consumi consistenti, che dispongono di abitazioni confortevoli collocate in aree non inquinate e socialmente esclusive, che posseggono numerosi ed estesi legami amicali negli strati sociali superiori, che godono di buona salute, che appartengono a più associazioni e così via. All’opposto, si classificheranno come severamente deprivate le persone con redditi contenuti o nulli, con notevoli difficoltà finanziarie, con consumi fortemente limitati, con abitazioni notevolmente disagiate, con seri problemi sanitari e che vivono in condizioni di sostanziale isolamento sociale.
Le altre espressioni usate, a volte, per indicare le condizioni di vita delle persone presentano legami piuttosto indiretti con esse. Sicurezza e vulnerabilità, ad esempio, riguardano la stabilità o l’instabilità della complessiva posizione sociale delle persone e dei gruppi. In particolare, la nozione di vulnerabilità rinvia al rischio di vedere drammaticamente peggiorate, nel volgere di un brevissimo arco temporale, le proprie sorti complessive per effetto di eventi imprevisti (crisi ambientali, crisi economico-finanziarie, riduzioni del grado di protezione assicurato dal sistema di welfare, processi di ristrutturazione aziendale, eventi familiari negativi). Dal canto suo, la dicotomia “integrazione-esclusione sociale” presenta implicazioni valoriali e normative, non necessariamente presenti in ogni forma di deprivazione o di stato di vulnerabilità. Socialmente esclusi sono, infatti, i soggetti che, oltre a vivere in condizioni di marginalità economica e sociale, rifiutano, più o meno consapevolmente e in misura variamente estesa, una serie di principi e regole della vita associata. Naturalmente, può valere - e più spesso vale - anche l’inverso, ossia che i soggetti esclusi siano tali perché non accettati dalla gran parte dei componenti di una collettività o, almeno, da segmenti particolarmente influenti di essa.
Con riferimento al concetto di livello di vita, va ricordato che tra gli estremi del pieno benessere e della deprivazione severa esiste un’ampia gamma di condizioni intermedie. Ciò accade in quanto le disuguaglianze nelle complessive condizioni di vita degli individui hanno un carattere essenzialmente distributivo. Rimane, naturalmente, vero che le disparità nel livello di vita, come molte altre disparità di ordine distributivo, derivano da disuguaglianze relazionali, ossia dal tipo e dalla consistenza delle risorse di potere controllate dai componenti delle varie categorie (o classi, o gruppi) sociali.
Vale la pena di sottolineare, a scanso di equivoci, che la nozione di livello di vita si affianca a quella di povertà, ma non intende sostituirla. Ciò che si propongono gli studi sulle disparità nelle condizioni dell’esistenza quotidiana, infatti, è connettere tra loro la serie di elementi prima elencati, disponibilità monetarie comprese, in modo da fornire un’immagine multidimensionale della disuguaglianze nella qualità complessiva di questa esistenza.
Il tema dei livelli di vita è connesso a quelli riguardanti le caratteristiche individuali (età, genere, istruzione, posizione occupazionale) che possono condizionare le condizioni di vita quotidiana; comportamenti e livelli di consumo; la distribuzione dei redditi e della ricchezza; le condizioni abitative; le reti di relazioni sociali e la partecipazione ad associazioni; le  condizioni di salute; la deprivazione, vulnerabilità.